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lunedì 4 maggio 2015

DUE GRANDI, INSIEME.


" L'amore ardente per la forma e la bellezza pare ci accomuni a dispetto di tante lontananze"

Filippo De Pisis, facendo visita a Giovanni Boldini, a Parigi nel 1925




Il Castello Estense a Ferrara ospita due grandi della pittura italiana a cavallo tra l'Ottocento e il Novecento.
Giovanni Boldini e Filippo De Pisis.


Il castello medievale è una imponente costruzione, con i suoi fossati, le torri e le merlature, nel centro della città.



Gli interni, molto suggestivi, conservano vari affreschi dei tanti artisti che furono accolti a Ferrara durante la signoria degli Estensi.


Tanto per ricordarne alcuni, possiamo citare il Mantegna, il Pisanello, e Roger van der Weyden.



Si parla quindi di "Arte per l'arte" poichè qui il castello, già arte di per sè, funge da contenitore a questa esposizione di quadri così effervescente, per una parte, e così poetica, per l'altra.



Geniale e raffinato pittore ferrarese, Giovanni Boldini ci trasporta subito nella atmosfera spumeggiante della Belle Epoque.
Trasferitosi a Parigi, diviene infatti uno dei pittori più apprezzati e richiesti dall'alta società parigina.



Questa è l'epoca degli italiani a Parigi. Tra questi, Corcos, Zandomeneghi, De Nittis e più tardi arriverà anche De Pisis.




Boldini riscuote così notevole successo tanto da venire insignito dal governo francese del prestigioso riconoscimento della Legione d'Onore.




" Eppure questi ritratti ricolmi di tanta bellezza sono spesso perturbati da un senso di provvisorietà che aleggia velata, che freme  nell'aria e negli sguardi ora struggenti, ora superbi o malinconici, di femmine insoddisfatte ed irrequiete, colpevoli di vanità, complici compiaciute e sopraffatte da quella immagine certamente sconveniente che il genio italiano darà di loro.



L'artista esalta il loro ego ritraendo spesso soltanto un attimo prima  che, sopraggiungendo  l'autunno della vita, la loro bellezza appassisca per sempre, che le loro foglie di rose profumate comincino a cadere.
A volte, come uno stregone, raccoglie i fragili petali e, con un gesto d'amore, ricompone quei fiori appassiti restituendogli un attimo di eterna primavera."

Tiziano Panconi



Tanta immediatezza e naturalezza appaiono anche in questo ritratto in cui il giardiniere di Boldini, viene colto, dopo la fatica, in un momento di temporaneo riposo.
Ecco la grande capacità di Boldini : trasmettere, attraverso la pittura, i sentimenti, i guizzi, i mutamenti dell'animo umano.


E dal giardiniere ai fiori, il passaggio è breve.
Ecco quindi uno stupendo vaso di fiori. E' di De Pisis che è pittore ma anche poeta.



Tra i maggiori interpreti della pittura italiana della prima metà del Novecento, Filippo De Pisis, è caratterizzato da una pittura frammentata ma incisiva e soprattutto, appunto, poetica.




Eugenio Montale la definisce "pittura a zampa di mosca".
Tra i soggetti prediletti  vi sono le nature morte ed i fiori.




Pittore di grande sensibilità, di intensità poetica eccezionale, è considerato tra i grandi della pittura contemporanea.




A Parigi conosce Monet, Corot, Matisse ed i Fauves e partecipa, con grande slancio, al grande fermento artistico del momento.




Diversi, invece, sono gli anni trascorsi a Villa Fiorita, quando già la malattia si insinua anche tra le pennellate dei suoi dipinti, rendendoli più rarefatti, quasi evanescenti.




De Pisis porta in scena la misteriosa poesia delle cose, in modo struggente e bellissimo.
" Mentre parliamo, vedi, è già fuggito il tempo che c'invidia la vita e la rapisce.
Sappi cogliere allora il giorno come viene. . .senza illusioni, meno che puoi fidando del domani. " (Orazio)
Ecco proprio così, queste le sensazioni, i pensieri, lo struggimento che questi dipinti dell'ultimo periodo, intensamente evocano. O forse è solo una interpretazione personale. . .



Fuori, invece, un forte contrasto.
Nel grande terrazzo, sotto un sole caldo, si diffonde un penetrante profumo di zagara che richiama ad una nuova stagione, ad un'altra luminosa estate.




Fa tutto parte di questo luogo, di questa città la cui bellezza varia continuamente. Infatti la si può perfino scorgere in una viuzza stretta e un po' dimenticata. . . 

4 commenti:

  1. Una mostra dolcissima e interessantissima. Grazie per la segnalazione. Cerco sempre qualche scusa per tornare a Ferrara

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  2. E direi che questa potrebbe essere un'ottima scusa! Grazie a te per essere entrata a far parte dei miei " amici di penna" :-)

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  3. Ho visto, qualche anno fa al Chiostro del Bramante a Roma, una bella mostra su "Boldini e gli italiani a Parigi". Un percorso pittorico davvero interessante che comprendeva i dipinti - provenienti anche da collezioni private - non solo di Boldini ma anche di Zandomeneghi, De Nittis, Corcos, Mancini e tanti altri. Insomma di tutti quegli artisti italiani che verso la seconda metà dell'Ottocento si trasferirono in Francia per vivere il mito della cosiddetta "belle Époque".

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  4. Credo che a Roma non manchi mai la possibilità di visitare una mostra interessante. E poi, secondo me, è tra le città più belle del mondo, se non addirittura al primo posto! ( nonostante tutti i suoi difetti :-) )

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