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giovedì 30 aprile 2015

ANCHE APRILE E' PASSATO. . .


" Teneramente malato di memorie infantili, sogno la nebbia e l'umido delle sere d'aprile"

da " Confessioni di un teppista" di Sergej Aleksandrovic Esenin

NONOSTANTE LA PIOGGIA COMINCIANO A FIORIRE LE SPIREE


Si aspetta tanto la primavera e poi, quando arriva, scappa via in un attimo.
E' vero che fino al 21 giugno è ancora primavera, ma per me, giugno significa subito estate.




La primavera che mi piace di più è quella ancora cruda, acerba, appena accennata. Proprio quella che si vede e si sente nei mesi di marzo ed aprile.
Non che maggio e giugno non siano belli, anzi sono strepitosi, ma sono un'altra cosa.




Questa è la primavera ricca di tanti piccoli germogli, di colori tenui, di cieli instabili con nuvoloni che si rincorrono.




Gli alberi, in aprile, hanno un verdolino tenue (dura pochi giorni) che non mi stancherei mai di guardare. Tutto sa di rinnovo, di rinascita, di rigenerazione.




E' il momento di mettere a dimora tante nuove piantine, alcune perenni, altre stagionali. C'è molto fermento in giardino.



Tanto che un vecchio proverbio recita proprio così : " Nel mese di aprile attacca anche il manico del badile".




Nel mio giardino, in questo periodo, è spettacolare la fioritura delle spiree e quella del melo da fiore.


ROSA ACCESO PER IL MALUS DA FIORE


Le prime formano una nuvola immacolata di candore. Il secondo un fuoco d'artificio rosa carico all'inizio, che sfuma in rosa palladio verso la fine della fioritura.


SFUMATURE ROSA PASTELLO.


Ma tutte le fioriture sono belle e ci regalano gioia per gli occhi e per lo spirito.



CANDIDE SPIREE

Anche se i fiori bianchi restano sempre i miei preferiti. . .


Di grande effetto anche il Viburnum Opulus, detto anche "Pallon di maggio".
In dialetto veneto viene chiamato anche "Puina" che significa ricotta.  Più esplicito di così. . .


E cosa dire di questo piccolo ovetto azzurrino trovato per terra, abbandonato?




Qualcuno mi ha detto che potrebbe essere di tordo. Io non so, non me ne intendo però, mi sembra piccolo. . .




Deve essere caduto da questa casa che, a quanto pare, accetta di buon grado l'arrivo di nuovi inquilini sul tetto.




Intanto sotto il primo solicello tiepido anche la gatta si fa un pisolino.  O forse fa solo finta di dormire. Sorniona e furbetta com'è, non starà forse aspettando l'arrivo di un ingenuo uccellino ?







lunedì 27 aprile 2015

SALENDO A MONTE.


"La fede comincia là dove la ragione finisce"

Soren Kierkegaard



I vicentini dicono proprio così : "andare a Monte". E per Monte si intende Monte Berico, cioè una collina coperta perlopiù da cipressi, a sud della città, dove specialmente durante l'estate si può trovare un po' di refrigerio alla calura estiva.



Inoltre da queste parti si può anche godere di una certa atmosfera bucolica.
Però qui vengono soprattutto i pellegrini che vogliono fare visita alla Madonna di Monte Berico.


Per salire "a Monte"si  percorre un ampio viale alberato, posto da un lato, oppure
ci si incammina lungo i portici (opera di Francesco Muttoni), dal lato opposto.


In ogni caso la strada, leggermente in salita, è stata costruita proprio per agevolare il flusso di pellegrini proveniente dalla città.


Qualche parte dei portici è pure affrescata. Inoltre, di tanto in tanto, si possono scorgere delle ampie finestre che si affacciano su giardini privati immersi nel verde.


La basilica e la sua cupola, costruite nel XV secolo e poi ingrandite (in parte su disegno di Andrea Palladio) sono dedicate alla Vergine Maria che qui apparve il 7 marzo 1426 e l' 1 agosto 1428, annunciando la fine della terribile epidemia di peste.


Pertanto proprio sul luogo dell'apparizione, in segno di ringraziamento, fu edificata la basilica.



Il santuario, molto rimaneggiato nel corso dei secoli, è praticamente l'integrazione di due chiese :  la prima, quattrocentesca, in stile gotico e la seconda, risalente alla metà del Seicento, barocca.


L'interno molto ricco contiene diverse opere d'arte tra cui la "Pietà" di Bartolomeo Montagna (1505) e "La cena di San Gregorio Magno"  di Paolo Veronese (1572). Quest'ultima si trova precisamente nel refettorio.
Anche il chiostro gotico, costruito nel 1429, merita una visita.




Salendo a monte, si ha la possibilità di ammirare, in lontananza, un'altra grande opera : Villa Capra detta La Rotonda, disegnata da Andrea Palladio.


Ma Monte Berico non è solo un luogo di pellegrinaggio, luogo di culto e di devozione per fedeli che vogliono rivolgere una preghiera alla Madonna.




Monte Berico è anche il luogo dove i vicentini vanno a passeggiare, a prendere una boccata d'aria. E' anche luogo privilegiato per gli innamorati.




Nel largo piazzale della Vittoria, c'è un ampio parcheggio e la vista da quassù è davvero impareggiabile. Specialmente al tramonto, molto romantica.




Al centro del piazzale sventola il tricolore, quasi ad omaggiare il monumento "Ai Caduti", ad omaggiare tutti coloro che hanno sacrificato la loro vita per amor di Patria.





Per il viandante affaticato, c'è pure un luogo di ristoro, tra il verde degli ombrosi alberi e la brezza leggera di collina si può sostare per riposare un po', per rifocillarsi con un veloce spuntino. Per la verità, ora, questo locale è chiuso ma si spera in una prossima riapertura, anche perchè si tratta di un locale storico della città a cui molti cittadini sono affezionati.


Questo è un luogo molto frequentato.
Qui le persone passeggiano, gli anziani si prendono, seduti sulle panchine, il sole e l'aria tonificante di collina, i bambini giocano e gli sportivi corrono.
Persino per i cani è un luogo di libertà.


La zona è ricca anche di belle ville antiche attorniate da incantevoli giardini.
Pace, silenzio e tranquillità sono garantiti.



Così, ammirando le fioriture di stagione, da queste parti, anche una semplice passeggiata diventa un momento piacevole e salutare per il corpo e per lo spirito.

giovedì 23 aprile 2015

NON SOLO TORTELLINI !


" I profumi, i colori e i suoni si rispondono"

Charles Baudelaire



La cucina bolognese è davvero inconfondibile per i suoi profumi e per la sua ricchezza di gusto.
Non per nulla ha saputo conquistare il mondo, soprattutto con le sue paste ripiene.
Ma anche altri prodotti come i salumi e gli insaccati, il Parmigiano Reggiano ed il ragù, sono diventati famosi a livello internazionale.



I prosciutti qui la fanno da padroni. Dal culatello di Zibello che sembra sciogliersi in bocca, al Prosciutto di Parma, con colore rosato e gusto dolce e morbido, fino al prosciutto di Modena di colore rosso intenso con profumo lieve e sapore dolce, persistente, non c'è davvero che l'imbarazzo della scelta.



Anche i salami hanno le loro particolari caratteristiche. Come non menzionare il famoso salame Felino così morbido e saporito dal colore acceso con occhiature bianche di grasso, oppure il salame Piacentino DOP dal profumo pieno e fragrante, già apprezzato nei banchetti aristocratici rinascimentali ?


Ma il vero salume simbolo di Bologna è sicuramente la Mortadella "griffata" con il marchio IGP.



E' un salume cotto a pasta fine. Da non confondere assolutamente con altri prodotti a pasta chiara (tipo i wurstel) in quanto la pasta finissima è ottenuta macinando le carni in apposite trituratrici e non in sminuzzatrici o cutter e questo fa si che nella mortadella non vengano aggiunti nè acqua nè grasso fluido. Ma solo grasso in cubetti e ciò garantisce un impasto di maggiore qualità. Talvolta vengono aggiunti anche i pistacchi, proprio come presentato nella foto.

MORTADELLA I.G.P. ( foto Il Molino - Mortadella IGP)

Di forma tondeggiante la mortadella può arrivare a pesare fino a 100 chili. La sua pasta è di tinta rosa chiaro inframmezzata dal bianco dei cubetti di grasso. Ha sapore morbido, sapido e leggermente speziato. Insuperabile accompagnata da un pezzo di pane fresco.


E che dire poi del Parmigiano Reggiano DOP ? Vanta circa mille anni di storia ed è menzionato in numerosi manoscritti antichi.  Anche Boccaccio lo cita nel suo Decamerone.
E' un formaggio stagionato a pasta cotta, dura e non pressata. Non si taglia con il coltello ma si divide a spacco con l'apposito utensile a forma di mandorla, che spezza il formaggio in scaglie.
Il suo sapore è squisito, unico, deciso ma non piccante. E' insostituibile nella mantecatura dei risotti.




Ma a Bologna non si degustano solo i prodotti tipici. La città sa offrire di tutto. Dalla carne al pesce, dalle verdure ai dolci.




La zona centrale delle botteghe è particolarmente vivace e trasmette molta allegria.




Questo, in effetti accade un po' ovunque, la zona del mercato ha quasi sempre queste caratteristiche.




E poi ci sono le osterie, dove oltre a degustare qualche ottimo calice di vino si può anche mangiare bene a prezzi non eccessivi.




Si va quasi sempre sul sicuro scegliendo i piatti della tradizione locale. Qui è difficile che un piatto di tortellini non sia buono !



Così, seguendo i consigli dell'oste, si trova anche il vino giusto da abbinare.



E' veramente una zona per buongustai (ma dove in Italia non è così ? )
Qui anche il semplice aperitivo diventa quasi un piccolo menu.



E qualora si fosse vegetariani o vegani, no problem !  Le primizie degli orti non mancano. Con un po' di creatività è possibile ottenere piatti invitanti anche con il solo utilizzo delle verdure e della frutta.




La freschezza anche in questo caso è a portata di mano, spesso a chilometro zero.




Insomma Bologna, così avvolgente e ghiotta, fa venire l'acquolina in bocca proprio a tutti ! :-)