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venerdì 17 maggio 2013

RISOTTO PROFUMATO AL SAMBUCO.

" Chi cerca di possedere un fiore, vede la sua bellezza appassire, ma chi lo ammira in un campo, lo porterà sempre con sè. Perchè il fiore si fonderà con il pomeriggio, con il tramonto, con l'odore della terra bagnata e con le nuvole dell'orizzonte."
Paulo Coelho


Che bell'arbusto il sambuco! Spesso segna i confini tra città e campagna. Cresce spontaneo lungo gli argini dei fiumi, delle rogge e fiorisce a maggio, cioè nel mese più bello dell'anno. Anche se quest'anno, qui in Veneto,  è un maggio molto anomalo. . . freddino e molto piovoso.
Le foglie del sambuco non hanno un odore gradevole, invece i suoi fiori, che si aprono ad ombrello, aerei e leggeri, emanano un profumo delicato. Per questo sono usati anche in erboristeria e pure in cucina.
Il fiore di sambuco secco è protagonista di un dolce tradizionale, il "pan de mein"  molto conosciuto in Lombardia. Ma l'utilizzo più consueto dei fiori freschi è nella preparazione di uno sciroppo che poi, diluito in acqua, diventa una salutare e dissetante bevanda, apprezzata soprattutto d'estate. Inoltre si friggono i fiori, dopo averli passati nella pastella, per ottenere le classiche frittelle.
Poichè è meglio utilizzare i fiori appena dischiusi, bisogna coglierli all'inizio della fioritura.
E proprio in questo periodo, poichè trovo bello sottolineare il passaggio delle stagioni, io preparo con questi fiori, il risotto profumato al sambuco.




Per ottenere un buon risotto è bene adoperare un tegame largo perchè così il riso cuoce e si insaporisce in modo più omogeneo. In un'altra pentola  si fanno sobbollire le ombrelle dei fiori di sambuco, eliminando il più possibile le parti verdi, in un brodo di carne bianca. Intanto si prepara, nel tegame, un soffritto con olio, scalogno (io questa volta ho usato poca cipolla di Tropea) e piccoli dadini di pancetta.
Poi si versa il riso, lo si fa tostare, si sfuma con vino bianco secco ma aromatico (Tocai o Traminer) e si porta a cottura, pian piano, mescolando spesso e allungando con il brodo profumato ai fiori. Si deve cercare di mantenere il risotto "all'onda", cioè non troppo asciutto ma, morbido e cremoso.
A fine cottura , a fuoco spento, si manteca con una noce di burro e una generosa manciata di Parmigiano. Si spolverizza con un trito di erbe aromatiche (maggiorana, timo, pochissima menta, erba cipollina). Giusto per un tocco di freschezza in più.
 


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