PROVERBIO SICILIANO :
"Cu' voli puisia venga 'n Sicilia"
"Chi vuole poesia venga in Sicilia"
Sinceramente, sono rimasta abbastanza allibita quando, andando in visita al Castello di Donnafugata, una volta parcheggiato (in un parcheggio in terra battuta organizzato un po' a caso) ho visto, sulla stradina che conduce al castello, venirmi incontro le oche. Poi è sopraggiunta una folata di puzza di stalla. Infatti in un vicino recinto, sporco e melmoso, c'erano diverse mucche e poco più in là anche un toro.
Diciamolo, non è stato un primo impatto positivo, soprattutto sotto il sole di agosto!
Non che io non ami gli animali, ma qui mi sono sembrati decisamente fuori luogo.
Il castello, residenza ottocentesca del barone Corrado Arezzo, senza dubbio però, merita una visita.
Una curiosità : in La gita a Tindari, questa dimora corrisponde nella finzione filmica all'abitazione del capomafia Balduccio Sinagra.
Corre voce che qui sia stata girata anche la memorabile scena del ballo nello stupefacente salone, del film Il Gattopardo. In verità questa scena è stata girata nel Salone degli Specchi di Palazzo Gangi. Palazzo che si trova a Palermo. (Ora magnificamento restaurato e visitabile solo su appuntamento, in quanto proprietà privata)
Il castello di Donnafugata, è chiamato impropriamente castello.
E' nato infatti come aristocratica casa di villeggiatura. Ma serviva anche al proprietario come residenza dalla quale poter controllare e sorvegliare l'andamento del latifondo.
Questa costruzione sa esprimere tutta la sua sicilianità, sebbene attraverso una architettura insolita dovuta anche a più sovrapposizioni realizzate, in tempi diversi, da più proprietari. E' comunque un esempio di eclettismo armonico e ben riuscito .
Ai quattro angoli di questa stanza si possono notare i pavoni che fanno la ruota. Rappresentano (una volta tanto !) la vanità maschile.
Vi è un susseguirsi di stanze e saloni tutti molto belli, talvolta superdecorati, altre volte solo delicatamente dipinti di morbide tinte pastello.
L'insieme è molto gradevole e trasmette una sensazione di armonia e di tranquillità.
Talvolta lasciando qualche concessione ad un certo sfarzo. . .
All'esterno non può mancare il classico carretto siciliano, posizionato vicino allo scalone che porta ai piani superiori. Lo scalone è in pietra pece, caratteristica di queste zone.
Il parco è bello, ricco di piante autoctone e, inoltrandosi tra grandi alberi di magnolia e pini marittimi, l'aria quasi profuma.
Si può trovare riparo dalla calura sotto queste generose chiome di alberi che sorprendono anche per le loro possenti radici.
Ecco comparire un tempietto in stile neoclassico mentre poco più in là c'è pure una piccola cappella con le tombe degli appartenenti a questa aristocratica famiglia.
Girovagando, si incontrano anche delle piccole costruzioni di servizio, ora abbastanza malandate, mentre sullo sfondo si estende un magnifico carrubeto.
L'ultima immagine del castello mi emoziona davvero.
Le agavi, così spinose, tenaci e resistenti, sembrano servire da protezione a questa magnifica dimora dove, già calato il sole, si accendono le prime luci della sera.
Per tornare all'auto, ripasso davanti agli animali chiedendomi quanti clienti potrà avere questa povera gelateria.
Così come quei pochi locali che si trovano sulla stradina, immersi in un odore di stalla.
Possibile che non si possa fare nulla per migliorare questa situazione, considerando che il castello è un bene storico di forte interesse turistico ?
Inserirlo in un contesto adeguato sarebbe più dignitoso e gioverebbe a tutti.
"Cu' voli puisia venga 'n Sicilia"
"Chi vuole poesia venga in Sicilia"
Sinceramente, sono rimasta abbastanza allibita quando, andando in visita al Castello di Donnafugata, una volta parcheggiato (in un parcheggio in terra battuta organizzato un po' a caso) ho visto, sulla stradina che conduce al castello, venirmi incontro le oche. Poi è sopraggiunta una folata di puzza di stalla. Infatti in un vicino recinto, sporco e melmoso, c'erano diverse mucche e poco più in là anche un toro.
Diciamolo, non è stato un primo impatto positivo, soprattutto sotto il sole di agosto!
Non che io non ami gli animali, ma qui mi sono sembrati decisamente fuori luogo.
Il castello, residenza ottocentesca del barone Corrado Arezzo, senza dubbio però, merita una visita.
Una curiosità : in La gita a Tindari, questa dimora corrisponde nella finzione filmica all'abitazione del capomafia Balduccio Sinagra.
Corre voce che qui sia stata girata anche la memorabile scena del ballo nello stupefacente salone, del film Il Gattopardo. In verità questa scena è stata girata nel Salone degli Specchi di Palazzo Gangi. Palazzo che si trova a Palermo. (Ora magnificamento restaurato e visitabile solo su appuntamento, in quanto proprietà privata)
E' nato infatti come aristocratica casa di villeggiatura. Ma serviva anche al proprietario come residenza dalla quale poter controllare e sorvegliare l'andamento del latifondo.
Questa costruzione sa esprimere tutta la sua sicilianità, sebbene attraverso una architettura insolita dovuta anche a più sovrapposizioni realizzate, in tempi diversi, da più proprietari. E' comunque un esempio di eclettismo armonico e ben riuscito .
Ai quattro angoli di questa stanza si possono notare i pavoni che fanno la ruota. Rappresentano (una volta tanto !) la vanità maschile.
Vi è un susseguirsi di stanze e saloni tutti molto belli, talvolta superdecorati, altre volte solo delicatamente dipinti di morbide tinte pastello.
L'insieme è molto gradevole e trasmette una sensazione di armonia e di tranquillità.
Talvolta lasciando qualche concessione ad un certo sfarzo. . .
All'esterno non può mancare il classico carretto siciliano, posizionato vicino allo scalone che porta ai piani superiori. Lo scalone è in pietra pece, caratteristica di queste zone.
Il parco è bello, ricco di piante autoctone e, inoltrandosi tra grandi alberi di magnolia e pini marittimi, l'aria quasi profuma.
Si può trovare riparo dalla calura sotto queste generose chiome di alberi che sorprendono anche per le loro possenti radici.
Ecco comparire un tempietto in stile neoclassico mentre poco più in là c'è pure una piccola cappella con le tombe degli appartenenti a questa aristocratica famiglia.
Girovagando, si incontrano anche delle piccole costruzioni di servizio, ora abbastanza malandate, mentre sullo sfondo si estende un magnifico carrubeto.
L'ultima immagine del castello mi emoziona davvero.
Le agavi, così spinose, tenaci e resistenti, sembrano servire da protezione a questa magnifica dimora dove, già calato il sole, si accendono le prime luci della sera.
Per tornare all'auto, ripasso davanti agli animali chiedendomi quanti clienti potrà avere questa povera gelateria.
Così come quei pochi locali che si trovano sulla stradina, immersi in un odore di stalla.
Possibile che non si possa fare nulla per migliorare questa situazione, considerando che il castello è un bene storico di forte interesse turistico ?
Inserirlo in un contesto adeguato sarebbe più dignitoso e gioverebbe a tutti.
Una situazione veramente assurda!
RispondiEliminaMi chiedo a chi possa appartenere quella stalla per non poterla far chiudere o quantomeno trasferire...
I tuoi racconti sicilliani comunque mi piacciono moltissimo, spero che tu ne abbia altri in serbo :-)
Ciao!
Me lo chiedo anche io ! E a me interessa il tuo lungo reportage olandese. In fondo è un po' viaggiare stando a tavolino. E' come sfogliare un bel giornale.
RispondiEliminaE' un appuntamento che non perdo mai anche se non sempre commento. (anche per non rompere troppo le scatole :-) )
Trovo molto interessante e coinvolgente scoprire i luoghi visti attraverso gli occhi e le emozioni altrui.
EliminaE' molto di più che vedere delle belle foto!
Non preoccuparti dei commenti, sono felice di sapere che mi segui anche tu!
(e comunque i commenti non sono MAI una rottura di scatole :-D )
Ciao!