" Un pasto senza vino è come un giorno senza sole"
Anthelme Brillat Savarin
120 CHILOMETRI che si addentrano e si inerpicano su dolci colline ricoperte di vigneti : una meraviglia!
Questa è la "Strada del Prosecco" che comprende le due capitali di questo vino, Conegliano e Valdobbiadene. Passando per graziosi borghi, piccoli paesi, tra resti medievali, chiesette secolari, qualche eremo e qualche abbazia.
Da queste parti anche l'arte della scultura serve ad omaggiare l'esaltante momento della vendemmia. Un momento condiviso tra gioia e fatica, quando in pochi giorni si raccoglie il frutto di tutto un anno di lavoro.
Sempre nella speranza che si tratti di una buona annata!
Qui la dolcezza del paesaggio è indicibile. Poche foto, scattate da mani inesperte, non riescono certamente ad esprimerla pienamente.
In questa stagione poi, alla bellezza del panorama si aggiunge un'emozione olfattiva forte perchè, lungo la strada si sentono effluvi, profumi di vino, anzi di mosto. Ma anche di fiori.
E' proprio bello camminare da queste parti, addentrandosi in qualche sentiero. Tutto ciò ci riporta alla natura e ci regala grande serenità.
Ogni tanto tra i vigneti si possono scorgere le "casere" cioè quelle piccole semplici casette di servizio, dove vengono riposti gli attrezzi. Anche queste sottolineano la poesia del luogo.
Insomma qui il vino è grande protagonista, infatti quasi tutto il territorio è coltivato a vigneti.
Così l'uva glera, curata con amore e pazienza, si trasforma poi in questi apprezzati vini.
Per non parlare del raffinato Cartizze che è il cru della denominazione. Ossia uno spumante prodotto con uve esclusive solo di una piccolissima zona, (circa 100 ettari). Qui, grazie ad una fortunata combinazione tra particolarità del terreno e microclima, si ottiene questo sontuoso spumante, conosciuto e considerato in tutto il mondo.
Ecco qui i grappoli, maturati al sole, ora pronti per la vendemmia.
Una volta arrivati alle cantine, non mancano, ovviamente, gli assaggi.
Cosi, tra un goccio di questo ed un goccio di quello, alla fine gira anche un po' la testa.
Invece, assai disinvolto è il vigneron, che addirittura si prodiga in una spettacolare sciabolatura (senza sciabola), utilizzando un fragilissimo calice di vetro.
Davvero rara maestria!
Assaggiato e comperato il vino (prosecco con soli lieviti autoctoni, senza alcuna aggiunta), ora non ci resta che imparare una terminologia adeguata ( come spiega questo cartello).
Per poter assaporare al meglio, capendo qualcosa in più.
E per poter commentare da veri intenditori ! ? !
Anthelme Brillat Savarin
120 CHILOMETRI che si addentrano e si inerpicano su dolci colline ricoperte di vigneti : una meraviglia!
Questa è la "Strada del Prosecco" che comprende le due capitali di questo vino, Conegliano e Valdobbiadene. Passando per graziosi borghi, piccoli paesi, tra resti medievali, chiesette secolari, qualche eremo e qualche abbazia.
Da queste parti anche l'arte della scultura serve ad omaggiare l'esaltante momento della vendemmia. Un momento condiviso tra gioia e fatica, quando in pochi giorni si raccoglie il frutto di tutto un anno di lavoro.
Sempre nella speranza che si tratti di una buona annata!
Qui la dolcezza del paesaggio è indicibile. Poche foto, scattate da mani inesperte, non riescono certamente ad esprimerla pienamente.
In questa stagione poi, alla bellezza del panorama si aggiunge un'emozione olfattiva forte perchè, lungo la strada si sentono effluvi, profumi di vino, anzi di mosto. Ma anche di fiori.
Ogni tanto tra i vigneti si possono scorgere le "casere" cioè quelle piccole semplici casette di servizio, dove vengono riposti gli attrezzi. Anche queste sottolineano la poesia del luogo.
Così l'uva glera, curata con amore e pazienza, si trasforma poi in questi apprezzati vini.
Per non parlare del raffinato Cartizze che è il cru della denominazione. Ossia uno spumante prodotto con uve esclusive solo di una piccolissima zona, (circa 100 ettari). Qui, grazie ad una fortunata combinazione tra particolarità del terreno e microclima, si ottiene questo sontuoso spumante, conosciuto e considerato in tutto il mondo.
Ecco qui i grappoli, maturati al sole, ora pronti per la vendemmia.
Una volta arrivati alle cantine, non mancano, ovviamente, gli assaggi.
Cosi, tra un goccio di questo ed un goccio di quello, alla fine gira anche un po' la testa.
CANTINE BOTTAREL a COLBERTALDO di VIDOR |
Invece, assai disinvolto è il vigneron, che addirittura si prodiga in una spettacolare sciabolatura (senza sciabola), utilizzando un fragilissimo calice di vetro.
Davvero rara maestria!
Assaggiato e comperato il vino (prosecco con soli lieviti autoctoni, senza alcuna aggiunta), ora non ci resta che imparare una terminologia adeguata ( come spiega questo cartello).
Per poter assaporare al meglio, capendo qualcosa in più.
E per poter commentare da veri intenditori ! ? !
In vino veritas. Prendo a prestito il titolo del tuo precedente post per dire: che invito a cena è, senza vino? Alla tua salute! :-)
RispondiEliminaAlla salute di tutti ! Con un calice di vino in mano l'atmosfera si fa sempre più rilassata, più spontanea, più vera. E poi ogni vino ha una sua storia tanto che "i veri intenditori non bevono vino : degustano segreti" !
RispondiElimina"i veri intenditori non bevono vino: degustano segreti". Davvero bella. Me la sono segnata :-)
RispondiEliminaOvviamente, essendo tra virgolette, la frase non è mia. E' di Salvador Dalì.
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